Dal ruolo di commodity al successo nei consumi, grazie anche alla sempre più forte curiosità degli italiani in cucina e ai trend di immigrazione.
Un tempo relegate al semplice ruolo di commodity con un assortimento piuttosto limitato, oggi le spezie stanno avendo uno sviluppo e un successo davvero notevoli tra i consumatori italiani. Nelle nostre cucine, infatti, accanto ai più tradizionali pepe, origano e peperoncino, è sempre più facile trovare cardamomo, zenzero, cumino, curcuma, rafano, coriandolo e tante altre spezie ed erbe aromatiche in grado di evocare sapori e suggestioni di terre lontane ed esotiche.
Sono diversi i fattori che hanno favorito la maturazione di questo settore, primo fra tutti la crescente curiosità degli italiani nei confronti delle cucine straniere dovuta sia alla diffusione dei ristoranti etnici nelle nostre città sia alla proliferazione di programmi televisivi e riviste a carattere gastronomico. L’aumento della domanda da parte degli immigrati presenti in numero sempre maggiore nel territorio italiano è un altro elemento da tenere sicuramente in considerazione, così come la progressiva attenzione al benessere e al mangiare sano evidenziata negli ultimi anni da molti consumatori.
Nel corso del 2016, nei punti vendita della grande distribuzione organizzata – secondo i dati elaborati da Iri – sono stati venduti poco meno di 70 milioni di pezzi, per un valore di circa 137 milioni di euro. Rispetto all’anno precedente c’è stata una buona crescita sia a volume con +3,5% sia a valore con +5,7%.
Tra i diversi segmenti sono le erbe a essere maggiormente acquistate con 17 milioni di unità (+0,1%), seguite dal pepe con oltre 13 milioni (+4,8%) e dallo zafferano con 9,5 milioni. Quest’ultimo, insieme ai preparati misti, fa registrare l’unico segno meno rispetto all’anno precedente (-4,6%), pur mantenendo il primato a valore tra le varie specialità con oltre 30 milioni di euro (+1,3%), pari al 22% della cifra complessiva dell’intero comparto. Da segnalare anche l’ottima performance della cannella che supera i 3,5 milioni di pezzi venduti (+12,6%) per un valore di 5,6 milioni di euro (+13,8%), ma il dato che impressiona maggiormente è la crescita del macro segmento “altre spezie”: +25,1% in quantità e +29% a valore, a dimostrazione che l’intero settore gode di ottima salute.
In termini di vendite per canali, la parte del leone la fanno i supermercati con il 68,4% dei volumi commercializzati pari a quasi 47,2 milioni di pezzi, mentre ipermercati e libero servizio evidenziano la stessa quota (15,8%) con circa 11 milioni di unità. I primi tre produttori coprono a valore il 39,7% del mercato, mentre le private label incidono per il 25,2%.
«Il mercato italiano delle erbe e delle spezie è molto interessante – afferma Gabriele Innocenti, direttore vendite di Drogheria e alimentari – evidenzia un tasso di crescita costante anno su anno sia a valore sia a volume e offre innumerevoli opportunità.
L’andamento positivo del settore, trascinato in particolar modo dallo sviluppo del ramo delle spezie, sottolinea senza dubbio che i consumatori italiani si stanno sempre più avvicinando e apprezzando l’uso di questi prodotti in cucina, rassicurati dagli alti standard qualitativi, dagli ampi assortimenti e dall’attenzione verso gli ultimi trend. Per quanto concerne la nostra azienda, ci proponiamo costantemente di raggiungere l’eccellenza qualitativa, con sourcing diretto e un laboratorio interno che garantisce il pieno controllo di tutte le fasi di lavorazione».
Negli ultimi anni si è assistito a un netto aumento della varietà dell’offerta da parte delle aziende del settore, una tendenza tangibile soprattutto tra gli scaffali della Gdo.
«Ci siamo da sempre posti l’obiettivo di offrire al cliente un vasto assortimento di prodotti – continua Gabriele Innocenti – sia attraverso referenze a marchio sia con il nostro brand. Cerchiamo costantemente di inserire nella nostra offerta spezie, erbe e in generale i prodotti di punta del momento, seguendo i trend del mercato e tentando di anticipare le esigenze della gente. Accanto alle referenze tradizionalmente più richieste dai consumatori – ovvero pepe, peperoncino, origano, curry, cannella – le ultime tendenze del mercato stanno spingendo verso il fronte del salutistico. Le persone, infatti, sono sempre più attente a quello che mangiano, alle esperienze che fanno e ai benefici che ricavano dai prodotti che consumano».
Il crescente utilizzo di spezie e aromi da parte degli italiani – seppure ancora inferiore rispetto ad altri Paesi europei, soprattutto quelli nordici – va di pari passo con il mutato atteggiamento del consumatore, il quale ultimamente sta mostrando uno spiccato interesse per la qualità e la sicurezza alimentare e, avendo a disposizione molti più canali rispetto al passato, s’informa in maniera più agevole.
«La nostra azienda ha sempre avuto la disponibilità di tutte le spezie e gli aromi – dichiara Massimo Milani, titolare di Sapor – e abbiamo notato che negli ultimi anni alcuni prodotti sono richiesti in maniera considerevole rispetto al passato, perciò ci siamo adeguati a tali tendenze aumentando l’offerta di alcune referenze.
Fino a qualche tempo fa, infatti, le spezie che ci venivano richieste erano sempre le stesse: il pepe nero o bianco, la cannella, la noce, l’origano e poche altre, ora invece è in atto una riscoperta di molte altre erbe aromatiche con consumi in costante aumento. Questo accade sia per le loro intrinseche peculiarità, ma anche per una nuova consapevolezza del consumatore che è più informato. Per la nostra esperienza, ad esempio, notiamo come ora siano diventate di uso comune la curcuma e lo zenzero, spezie che solo pochi anni fa non erano minimamente richieste.
Bisogna poi riconoscere che il diffondersi dei ristoranti etnici ha portato a conoscere vari tipi di pietanze di origine esotica, che hanno la necessità nelle loro ricette di erbe e spezie molto diverse da quelle della cucina italiana e mediterranea.
Crediamo che questa tendenza sia solo all’inizio e che in futuro vedremo nei negozi e nelle nostre tavole spezie che in questo momento in molti non conoscono e noi, con la nostra azienda, siamo già pronti a soddisfare ogni tipo di richiesta».
Se in passato il rischio di banalizzazione della categoria era molto alto, oggi sembra che l’offerta a scaffale venga frequentemente rinnovata con assortimenti di referenze sempre più completi e stimolanti, anche con packaging innovativi.
[continua su «Largo Consumo»]