I negozianti italiani sentono molto vivo il tema della sicurezza, e per questo l’industria della vigilanza privata sta ampliando sempre più i propri servizi.
L’incubo di ogni negoziante è subire furti e taccheggi o, peggio ancora, essere rapinato, una paura che si traduce in un costo elevatissimo per l’intero settore del retail: circa 3,5 miliardi di euro all’anno. È questo, infatti, il valore delle perdite subite dai responsabili dei punti vendita in Italia nel 2011 secondo il “Barometro mondiale dei furti nel retail”, condotto dal Centre for retail research e patrocinata da Checkpoint systems.
Ogni anno, perciò, sparisce circa l’1,5% del fatturato dei retailer, a causa dei furti commessi da parte di clienti, dipendenti e fornitori: il 52,7% dei taccheggi è messo a segno da bande organizzate o da ladri non professionisti, un valore più alto rispetto alle medie europee (47,7%) e mondiali (43,2%), mentre il 25,9% è opera di dipendenti, circa il 6,3% di fornitori e il 15,1% è causato da errori operativi interni. Ogni anno, le aziende del retail spendono in sicurezza circa 1,8 miliardi di euro, tra investimenti per attrezzature antitaccheggio, impianti tecnologici, prevenzione delle perdite e servizi forniti dalle migliaia di guardie giurate che operano su tutto il territorio nazionale.
L’industria della vigilanza privata – secondo i dati 2012 dell’Osservatorio dell’Associazione italiana vigilanza (Assiv) aderente a Confindustria – è costituita da circa 900 aziende (-0,9% rispetto al 2011) che danno lavoro a più di 52.000 addetti (-2,4%), 47.000 dei quali con qualifica professionale di guardia giurata armata (-1,9%). La concentrazione maggiore delle guardie giurate – che rappresentano l’89% dell’intera forza lavoro del comparto – è nella fascia di età tra 35 e 44 anni, pari al 34,9% del totale, mentre le donne raggiungono solamente il 6%. Il 52,7% delle guardie giurate risulta nato in una regione del Meridione e, sempre in termini territoriali, nelle province di Roma e Milano si concentra più di un terzo delle guardie giurate attive (34,4%).
«La gamma dei servizi da noi offerti – spiega Luigi Montagna, branch director del Gruppo Corpo vigili giurati (Cvg) – è estremamente ampia per il cliente retail, che nel tempo è passato dal raffigurare l’evoluzione del negozio tradizionale alla rappresentazione di veri e propri gruppi di acquisto, opportunamente differenziati ma allocati all’interno di una specifica e grande area comune. Di pari passo, la vigilanza si è trovata davanti a una sfida ardua, che si è tradotta nell’aggiornamento costante dei servizi e della loro componente umana, tecnologica e procedurale, per adattarli alla continua evoluzione delle necessità di questa tipologia di cliente. Abbiamo ideato e attivato, perciò, un vero e proprio “modello gestionale del rischio” attuabile attraverso una filiera di comportamenti pratici che traggono origine, oltre che dalla formazione e dallo studio, anche dall’esperienza maturata sul campo. L’obiettivo è “creare valore”. Con la prevenzione, infatti, non solo si riducono i danni, ma si può creare valore per mezzo di una corretta gestione del rischio: un servizio antitaccheggio ben pianificato e organizzato, ad esempio, contribuisce a evitare un aggravio dei costi gestionali conseguenti alla piaga del micro furto».
In effetti, molti retailer si affidano ai servizi di un unico interlocutore per la sicurezza dei propri spazi con la speranza di risparmiare risorse economiche.
«Le richieste della nostra clientela in ambito retail sono quasi a 360° – afferma Morena Maestroni, responsabile marketing e comunicazione Italia di Accadiesse che controlla gli Istituti di vigilanza riuniti d’Italia (Ivri) – ovvero per quasi tutti i servizi di vigilanza e sicurezza che offriamo, essendo anche l’unico operatore sul mercato ad avere tutta la gamma di prestazioni: dal pronto intervento a seguito di allarme ai servizi di antitaccheggio, dai piantonamenti e ronde ispettive ai servizi di trasporto e scorta valori con le relative attività accessorie, quali la contazione e il versamento in banca. Tra le maggiori criticità del nostro lavoro ci sono quelle legate alla tempistica di intervento e, per il trasporto valori, le problematiche che riguardano soprattutto la sicurezza della clientela durante il prelievo del denaro».
Proprio dall’osservatorio sulla sicurezza che Ivri ha avviato recentemente insieme a Ispo emerge che il 78% dei commercianti nutre un senso di paura sul lavoro, mentre il 35% dichiara di aver subito una rapina o un furto e oltre la metà di essi non si sente sicuro nel proprio negozio.
«La grande distribuzione organizzata, a fronte di una crescente percezione di insicurezza – afferma Aldo Tarricone, amministratore unico del Gruppo Aldo Tarricone – richiede più tranquillità e maggiore tutela. Oggi il problema complessivo della sicurezza è molto sentito e un istituto di vigilanza dovrebbe agire prevenendo le possibili cause di conseguenze negative. Perciò, diventa fondamentale adottare misure di prevenzione, sviluppare nuove tecnologie, formare in modo costante il personale per rispondere alle esigenze del mercato e alla crescente domanda di sicurezza. Il nostro Gruppo, che opera nel settore della vigilanza dal 1978, ha in corso un’attività che negli ultimi anni ha riscosso un discreto successo in molte aziende, e in modo particolare nella gdo. Si tratta di un progetto di sicurezza integrata che comprende diverse fasi: dall’analisi dei punti critici rispetto ai canoni della sicurezza attiva e passiva alla stesura di un piano utile all’eliminazione delle criticità anche in rispetto alle norme sulla privacy e ai contratti collettivi di lavoro, fino al prelievo e consegna di plichi riservati da personale specializzato».
Nonostante la sfavorevole congiuntura economica, le aziende di vigilanza hanno continuato a investire per migliorare la propria offerta…
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