di Fabio Massi
Lo scorso 27 marzo si è conclusa la lunga trattativa di compravendita dei Los Angeles Dodgers passati al Guggenheim Baseball Management di Earvin “Magic” Johnson, l’ex superstella della NBA, per una cifra record: 2 miliardi di dollari. Il vecchio proprietario aveva portato la franchigia alla bancarotta e i tifosi di Kemp, Ethier, Kershaw & Co. ora sperano in un progetto vincente.
«It’s a new day in Dodgertown». Sono le parole di Earvin “Magic” Johnson, ex superstella della NBA e nuovo proprietario – insieme al suo gruppo, il Guggenheim Baseball Management – dei Los Angeles Dodgers. Lo scorso 27 marzo, infatti, si è conclusa la lunga trattativa di acquisto della franchigia bianco-blu per una di quelle cifre che lasciano a bocca aperta: 2 miliardi di dollari! La somma comprende anche la proprietà del Dodger Stadium, ma sono lo stesso una montagna di bigliettoni, anzi un record assoluto per lo sport.
Il precedente primato, infatti, apparteneva al mondo del calcio con la compravendita del Manchester United (1,4 miliardi di dollari). Nell’universo professionistico americano, poi, la squadra più pagata finora sono stati i Miami Dolphins (1,15 miliardi di dollari nel 2009), mentre se parliamo solo di baseball il record di team più costoso apparteneva ai Chicago Cubs (845 milioni di dollari nel 2008). Il precedente proprietario dei Dodgers, Frank McCourt, aveva acquistato la franchigia nel 2004 dalla Newscorp a un prezzo di circa 371 milioni di dollari. Se si considera che Magic Johnsone il suo gruppo hanno sborsato 2 miliardi di dollari per il team e il Dodger Stadium, oltre a 300 milioni di dollari per le aree limitrofe allo stadio, compresi i lotti per i parcheggi, in otto anni il valore dei Dodgers è cresciuto di poco meno di 2 miliardi di dollari.
Un vero affare per McCourt che aveva portato la squadra alla bancarotta nel giugno dello scorso anno, quando non era in grado neanche di pagare gli stipendi ai giocatori. In realtà, McCourt si è dato parecchio da fare per la franchigia e non solo: ha investito 150 milioni di dollari per ammodernare il Dodger Stadium che quest’anno spegne 50 candeline, ha spostato la sede dello spring training in Arizona, ha istituito la Dodgers Dream Foundation che ristruttura dozzine di campi da baseball per ragazzi e ha fondato la ThinkCure in partnership con il City of Hope and Childrens Hospital di Los Angeles per raccogliere fondi per la cura del cancro. Ciò che ha però fatto cadere in disgrazia McCourt è il suo tenore di vita e quello di sua moglie, che insieme hanno sperperato milioni di dollari, attingendo anche dai bilanci della squadra.
Come se non bastasse, il loro matrimonio è naufragato in uno dei divorzi più costosi e pubblicizzati della storia della California e il “povero” McCourt è stato condannato a staccare alla sua ex moglie un bell’assegno di 131 milioni di dollari. Sotto gli otto anni della sua proprietà i Dodgers hanno raggiunto la postseason solamente quattro volte, senza andare molto lontano. L’ultimo titolo in MLB, infatti, porta la data del 1988 grazie anche alla stagione megagalattica del lanciatore Orel Hershiser (oggi commentatore di ESPN America). Ma a parte la carenza di risultati, la cosa più negativa per i Dodgers è probabilmente la mancanza di entusiasmo da parte dei propri tifosi che da mesi speravano di voltare pagina e di ritornare a sognare una squadra vincente.
Ecco perché non poteva arrivare un nuovo proprietario più azzeccato di Magic Johnson, capace di portare alla franchigia non soltanto i suoi dollari, ma anche quel modo spettacolare e magico di intendere lo sport che ha fatto impazzire i tifosi dei Lakers (e non solo). Nel corso degli anni, Magic ha dimostrato di essere un fuoriclasse anche come businessman e, oltre a essere partner nel Guggenheim Baseball Management, ha fondato una società multimilionaria, la Magic Johnson Enterprises che comprende la Magic Johnson Productions (pubblicità e marketing), la Magic Johnson Theaters (catena di teatri in tutta America) e la Magic Johnson Entertainment (studi cinematografici). Quest’anno ormai è troppo tardi per mettere mano al portafoglio e cercare di portare in squadra qualche free agent di primo livello per migliorare la qualità del roster.
Ma la ventata di rinnovamento è già cominciata dal basso: «Quando ho parlato al personale dello stadio – ha affermato Magic durante la conferenza stampa di presentazione – ho chiesto ai lavoratori di mettere la loro passione e il loro amore ogni giorno al ballpark, in modo che i tifosi lo sentano e possano a loro volta trasmetterlo ai nostri giocatori». La nuova proprietà rappresenta uno stimolo non soltanto per i tifosi, che possono tornare ad amare i Dodgers e sognare un grande futuro, ma anche per Kemp, Ethier, Kershaw & Co., Don Mattingly compreso. Chi scende tutti i giorni sul diamante per battere, lanciare, imporre la strategia di gioco ha un anno di tempo per dimostrare a Magic e soci di essere all’altezza di un progetto vincente. E poi non resta che aspettare che lo Showtime abbia inizio.