Sempre più importante sta diventando l’attività dei Nas, dopo che episodi clamorosi hanno risvegliato l’interesse dell’opinione pubblica su frodi alimentari che possono mettere a rischio la nostra salute.
La mozzarella blu e il formaggio fluorescente sono soltanto gli ultimi casi – tra i più curiosi e sconcertanti – di sofisticazioni alimentari che nel corso del 2010 hanno allarmato l’opinione pubblica, ma l’universo delle frodi nel settore enogastronomico che ogni giorno si verificano nel nostro Paese è costellato da un’infinità di prodotti pericolosi per la salute umana, frutto di pratiche illecite e criminose: dagli additivi nocivi ai cibi congelati abusivamente e venduti come freschi, dal cattivo stato di conservazione all’utilizzo di materie prime scadute fino ai falsi prodotti “made in Italy” realizzati in Paesi in via di sviluppo.
Quello appena descritto è il terreno su cui si muovono i Nuclei antisofisticazioni e sanità (Nas) dell’arma dei Carabinieri da quasi mezzo secolo. Nati nell’ottobre del 1962, quando il fenomeno delle sofisticazioni alimentari cominciava a scuotere cittadini e istituzioni, i Nas inizialmente erano costituiti da un ufficiale superiore distaccato presso il Gabinetto dell’allora Ministero della Sanità, e da 40 sottufficiali dislocati nelle città di Milano, Padova, Bologna, Roma, Napoli e Palermo. Grazie ai risultati conseguiti nel tempo, la presenza sul territorio degli uomini dei Nas si è notevolmente incrementata, fino al momento in cui il reparto, acquisita l’attuale denominazione di Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, ha assunto una nuova fisionomia ordinativa.
Oggi dipende funzionalmente dal ministro del Lavoro, della salute e delle politiche sociali, e dispone di 1.096 unità specializzate, ripartite in tre gruppi – con sede a Milano, Roma e Napoli ¬– e in 38 nuclei, presenti sull’intero territorio nazionale, con competenza regionale o interprovinciale. I Carabinieri dei Nas – nella duplice funzione di ufficiali di polizia giudiziaria e di ispettori sanitari – svolgono la loro attività in due macroaree, quella alimentare e quella della sanità pubblica. In ambito strettamente alimentare effettuano ispezioni igienico-sanitarie sull’intera filiera di produzione, vendita e somministrazione dei cibi e delle bevande, oltre ai controlli sul rispetto del benessere degli animali. Nel corso del 2009 le ispezioni effettuate dai Nas sono state 69.028, un quantitativo di poco superiore a quello fatto registrare l’anno precedente. Durante queste operazioni sono state accertate 42.115 infrazioni (-4,7%), con 204 persone arrestate (-24,4%) e 9.794 denunciate (+8,8%).
Il valore delle merci sequestrate ha sfiorato i 200 milioni di euro (-9,4%). In particolare, nel settore della sicurezza alimentare, l’attività operativa si è concretizzata in 34.675 ispezioni (+18,7%), a fronte delle quali sono state contestate oltre 23.300 infrazioni (+9,1%), di cui 18.774 di valenza amministrativa e 4.568 penale. Nel dettaglio, le infrazioni amministrative più ricorrenti hanno riguardato le carenze igienico-strutturali nel 51% degli illeciti contestati, mentre le irregolarità sulla etichettatura degli alimenti hanno costituito il 6% dei casi. In ambito penale, invece, la detenzione e la somministrazione di alimenti in cattivo stato di conservazione hanno inciso per il 29% delle violazioni contestate, mentre i reati di frode in commercio hanno raggiunto il 19% del totale. In termini merceologici, le infrazioni contestate – considerando sia quelle penali sia quelle amministrative – hanno riguardato nel 36,9% dei casi la ristorazione, per il 20% carni e allevamenti, il 15,1% farine, pane e pasta, l’8,5% latte e derivati, il 4,4% prodotti ittici, il 3,3% conserve alimentari, il 2,2% vini e alcolici, stessa percentuale per i prodotti fitosanitari e per gli oli e grassi, l’1,6% alimenti dietetici, l’1,2% acque e bibite, l’1% mangimi e prodotti zootecnici, l’1% salumi e insaccati, lo 0,4% zuccheri e sofisticanti.
Sempre nel 2009, nel corso delle loro attività nell’ambito della sicurezza alimentare, i Nas hanno arrestato 44 persone, mentre sono 2.652 quelle denunciate alle autorità giudiziarie e 10.251 quelle segnalate alle autorità amministrative. Le strutture chiuse per motivi di salute pubblica, invece, sono state poco meno di 1.000 e 669 quelle confiscate. Sono state quasi 40.000 le tonnellate di prodotti sequestrati (pari a circa 20 milioni di confezioni) in carenti condizioni igienico-sanitarie, in cattivo stato di conservazione, invasi da parassiti ed escrementi di roditori, nonché scaduti di validità, per un valore complessivo di oltre 124 milioni di euro. Rispetto al 2008 i sequestri dai Nas lo scorso anno sono aumentati in termini di volumi del 13,1%, mentre sono diminuiti in valore del 23,2%. Le frodi alimentari interessano ogni tipologia di alimento come si evince dalle tante operazioni portate a termine dai Nas in tutto il territorio nazionale. Nel luglio 2009, ad esempio, i Nas di Bologna con l’operazione “Soia d’oro” hanno sottratto al consumo oltre 13.000 litri di olio sofisticato prodotto nella provincia di Foggia ed etichettato con marchi di aziende risultate inesistenti.
I Nas di Padova nel febbraio 2009 hanno requisito oltre 75 tonnellate di funghi porcini importati dalla Repubblica cinese, che all’esame di laboratorio sono risultati invasi da larve probabilmente nocive per la salute umana. Nell’aprile 2009, i Nas di Napoli con l’operazione “Somatos” hanno sgominato un’associazione per delinquere finalizzata al traffico e all’impiego di sostanze vietate in zootecnia: alcuni titolari di allevamenti bufalini, medici veterinari e farmacisti utilizzavano sostanze proibite (ormoni) per incrementare la produzione di latte e l’ingrasso degli animali destinati alla macellazione. In seguito a questa attività investigativa sono stati sequestrati 25 allevamenti, 7.500 capi bufalini e migliaia di confezioni di medicinali.
Altro recente maxi sequestro ha riguardato le uova: i Nas di Padova hanno requisito 10,3 milioni di uova per un valore commerciale di due milioni di euro presso una ditta di Verona. Le uova, destinate a note industrie dolciarie nazionali quali ingredienti in prodotti dolciari da forno come ad esempio panettoni e pandori, venivano conservate a temperature non idonee, con percolati di uova rotte, tra insetti, roditori e relativi escrementi. Queste pratiche criminose costituiscono un reale pericolo per la salute umana: basti pensare che in Italia nel corso del 2008 si sono verificate 245 epidemie di malattia a trasmissione alimentare, 184 delle quali sono state probabilmente causate da Salmonella. Tre sono le operazioni di rilievo che hanno riguardato la scorsa estate il segmento del latte e derivati. In giugno i Nas di Cremona hanno accertato in due caseifici l’utilizzo di materie prime vietate (caseina e burro) e formaggi scaduti di validità o prossimi alla scadenza per la realizzazione di prodotti caseari. L’accorgimento permetteva di produrre mozzarelle non genuine e sofisticate impiegando scarsissime quantità di latte: oltre 4 tonnellate di mozzarelle e una tonnellata di sostanze proibite sono state sequestrate.
I Nas di Milano, invece, hanno confiscato 450 kg di cagliata e oltre 2 tonnellate di additivi vietati in uno stabilimento di produzione di formaggi a pasta filata, all’interno del quale le materie prime erano custodite in cattivo stato di conservazione e “arricchite” con coadiuvanti tecnologici vietati (biossido di titanio e cellulosa microcristallina), questi ultimi utilizzati per rendere più accattivante, per lucentezza e consistenza, il prodotto caseario finito, mentre a Roma è stato individuato un caseificio che produceva mozzarelle e formaggi utilizzando materie prime non consentite, quali amido, fecola di patate, caseina e latte in polvere (rinvenuto in confezioni scadute di validità da oltre un anno), senza l’impiego di caglio, nonostante che tale ingrediente fosse indicato in etichetta. Risultato: 10 tonnellate di prodotti caseari sequestrati e una tonnellata di materie prime vietate…
[continua su «Largo Consumo»]