Spesa con “pieno”

di Fabio Massi

Il rifornimento a marchio privato E.Leclerc-Conad riaccende le polemiche sul costo del carburante in Italia, gravato da accise e inefficienze, ma anche da opportunità non colte nei servizi non-oil.

La recente inaugurazione del primo distributore di carburanti con l’insegna E.Leclerc-Conad all’interno dell’ipermercato di Gallicano, in provincia di Lucca, ha riacceso lo scontro fra la gdo e la categoria dei gestori delle pompe di benzina in merito alla liberalizzazione del mercato dell’erogazione dei carburanti. Alla Conad assicurano che il nuovo impianto, il primo con il marchio di un grande gruppo italiano della distribuzione interamente svincolato dalle compagnie petrolifere – in grado, nelle previsioni, di erogare 4 milioni di litri all’anno – pratica uno sconto medio alla pompa di 10 centesimi di euro al litro sul prezzo del carburante. Considerati i prezzi medi di riferimento comunicati al Ministero delle Attività produttive dalle compagnie petrolifere, gli automobilisti che si servono alla nuova pompa riuscirebbero a risparmiare circa 5 euro per un pieno di 50 litri riferito a un’utilitaria.

Il prezzo competitivo del carburante E.Leclerc-Conad è dovuto anche al fatto che l’approvvigionamento dell’impianto – interamente realizzato e gestito da Conad del Tirreno, una delle cooperative di Conad – avviene importando la benzina direttamente dalla Francia, grazie ai servizi di Siplec, società controllata da E.Leclerc. Il distributore di Gallicano – con sistema “self-service post-pay”, cioè con il pagamento che si effettua all’uscita del piazzale attraverso carta di credito, bancomat o contante, un po’ come avviene nei caselli autostradali – dovrebbe essere il primo di una serie prevista da Conad, il cui obiettivo – nelle parole dell’amministratore delegato Camillo De Berardinis – «è aprirne molti altri, se saremo messi in condizione di farlo, ovvero se ci sarà una legislazione che fa spazio alla concorrenza e la promuoverà».

In realtà, la materia è già regolamentata da diversi anni, a cominciare dal decreto legislativo n. 32 dell’11 febbraio 1998 “Razionalizzazione del sistema di distribuzione dei carburanti”, normativa con la quale l’allora Ministero dell’Industria intendeva riformare significativamente la disciplina del settore, accelerando il processo di liberalizzazione del comparto distributivo, aprendolo di fatto a operatori diversi dalle compagnie petrolifere. Dal punto di vista amministrativo, oggi in Italia la disciplina che regolamenta l’installazione e l’esercizio delle pompe di benzina è distinta a seconda dell’ubicazione degli impianti: se questi si trovano lungo le autostrade e i raccordi autostradali (rete autostradale) sono soggetti a concessione regionale o, in caso di delega, comunale; se si trovano sulle altre viabilità (rete ordinaria) sono sotto l’autorizzazione dei Comuni.

Sia le amministrazioni regionali sia quelle comunali esercitano le proprie funzioni sulla base degli indirizzi nazionali in materia. Proprio il passaggio di competenze dallo Stato ai governi locali ha di fatto rallentato la liberalizzazione del mercato italiano dei carburanti, in quanto Regioni e Comuni decidono autonomamente su aspetti piuttosto importanti, come i limiti relativi alle distanze tra un distributore e l’altro, i vincoli su orari e turni degli impianti o il numero chiuso delle autorizzazioni di apertura per le nuove pompe. Tale condotta, che porta a differenze sostanziali nell’applicazione della legge nazionale, ha creato problemi non da poco a quelle catene della gdo impegnate a creare una propria rete distributiva su tutto il territorio italiano. Dopo aver maturato una solida esperienza nel settore della vendita di carburanti in Francia – dove assicura l’approvvigionamento di 1.197 stazioni di servizio in tutto il territorio nazionale, detenendo una quota di mercato pari al 15% – anche Carrefour negli ultimi anni è entrata nella rete italiana e nel 2001 ha inaugurato il primo distributore a propria insegna a Nichelino, nei pressi di Torino. Il gruppo francese, primo distributore europeo e secondo al mondo con oltre 11.000 punti vendita, ha successivamente aperto nel nostro territorio altre undici pompe in altrettanti centri commerciali, di cui otto hanno la bandiera di grandi compagnie petrolifere (Shell, Q8, Erg), mentre nelle altre tre l’insegna del distributore di carburante è Carrefour: nella prima tipologia di impianti lo sconto praticato varierebbe tra i 4/5 centesimi di euro, nella seconda tra i 6/7 centesimi, oltre a un ulteriore ribasso di 2/4 centesimi per chi paga con le carte emesse dalla catena per i propri clienti abituali.

Il progetto del colosso transalpino è sviluppare una propria rete di stazioni di servizio nelle aree dei propri ipermercati, destinata ad affiancare e completare le tradizionali attività di vendita. Stesso obiettivo perseguito da Auchan, che negli ultimi due anni ha aperto due stazioni di servizio all’interno di due suoi centri commerciali, la prima a Bussolengo (Verona) e la seconda a Curno (Bergamo). Quest’ultimo impianto, inaugurato nel febbraio del 2005, è in co-branding (a doppia insegna) con la compagnia petrolifera Tamoil, un’operazione congiunta grazie alla quale Auchan sarebbe in grado di vendere benzina verde e gasolio a prezzi competitivi, con una riduzione media di 4 centesimi di euro in meno al litro sul “servito” rispetto alla rete distributiva nazionale e locale, più un ulteriore sconto di 4 centesimi di euro per i clienti del centro commerciale che effettuano il pagamento con le varie carte fedeltà. «Il nostro obiettivo – dichiara Patrick Espasa, direttore generale del gruppo francese – è quello di installare una stazione di servizio a insegna Auchan in tutti i nostri 39 centri commerciali presenti in Italia, per offrire un servizio in più ai consumatori dando la possibilità di fare, assieme alla spesa, il pieno di carburante a prezzi convenienti».

I progetti delle grandi catene della gdo, tuttavia, devono fare i conti con la categoria dei gestori degli impianti erogatori che sono scesi in campo uniti e agguerriti per difendere i propri interessi, minacciando anche lo sciopero nazionale. Come lo scorso novembre, quando la serrata paventata dai benzinai rientrò all’ultimo momento in seguito all’intervento del sottosegretario alle Attività produttive, Mario Valducci, il quale dovette precisare nel corso di un incontro con i rappresentanti di categoria che al Ministero non era mai stata presa in considerazione l’ipotesi di realizzare un provvedimento ad hoc per la vendita dei carburanti nei supermercati e che l’apertura di pompe in ipermercati e centri commerciali è una decisione che non spetta al Governo, ma è di competenza delle Regioni.

Ma la situazione resta calda. La Figisc, l’organizzazione di categoria dei gestori di impianti di distribuzione carburanti aderente a Confcommercio, accusa le catene della gdo di aver avviato una campagna pubblicitaria ingannevole sullo sconto praticato nei loro impianti. «Si comincia già con una scorretta guerra mediatica dei prezzi – attacca Luca Squeri, presidente Figisc – promettendo 10 centesimi di euro di sconto a litro e motivando tale importo con un risparmio di oltre il 50% nei costi di filiera. Vorrei ricordare che questi ultimi complessivamente ammontano mediamente a 12 centesimi, il che comporta che il risparmio su questa voce (su fiscalità e materie prime non ci sono i margini per operare) non può superare i 6 centesimi. Se è così, come è, promettere 10 centesimi significa prendere in giro gli italiani sapendo di prenderli in giro: tempo fa la gdo annunciava sconti fino a 5 centesimi; quando gli si è fatto notare che gli sconti sulla rete arrivano anche fino a 6 centesimi, ecco che è cominciata la loro corsa a inventarsi numeri che non esistono». Dalle parole si è passati quindi ai fatti.

Le associazioni dei gestori, Faib, Fegica e Figisc, hanno inviato all’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato una segnalazione formale per pubblicità ingannevole relativamente al contenuto fuorviante dei messaggi promozionali di E.Leclerc-Conad apparsi su intere pagine di alcuni dei maggiori quotidiani nazionali con cui veniva reclamizzato lo sconto di 10 centesimi di euro al litro praticato nell’impianto di distribuzione carburanti di Gallicano in provincia di Lucca. E proprio con riferimento alla vicenda della pompa toscana di E.Leclerc-Conad, le organizzazioni sottolineano come non sia possibile «lasciar passare sotto silenzio quanto l’apertura di questo nuovo impianto dimostri la pretestuosità delle lamentazioni riguardo presunti ostacoli normativi posti per impedire l’ingresso della gdo nel mercato della distribuzione carburanti».

[continua su «Largo Consumo»]