Al complesso del Vittoriano di Roma una mostra dedicata al lavoro di un’artista che ha tradotto in tele e colori le più belle canzoni di Lucio Dalla: una sessantina di opere, di piccole e grandi dimensioni, realizzate con l’ausilio di diversi materiali. Fino al 24 ottobre 2000.
La musica crea emozioni e sensazioni attraverso i suoni e le note, la pittura gioca con i colori e le forme. Tradurre le canzoni in quadri, perciò, non è cosa semplice, ma la pittrice lombarda Domenica Regazzoni c’è riuscita con molto coraggio e originalità, convinta che le espressioni artistiche non debbano essere divise: la poesia è musica, la musica è colore, il colore è musica e poesia. Al suo lavoro è dedicata la mostra “Regazzoni & Dalla. Pittura, Musica e Poesia”, ospitata negli spazi rinnovati e ampliati del Complesso del Vittoriano fino al 24 ottobre. Si tratta di una sessantina di opere, di piccole e grandi dimensioni, ispirate da alcuni versi più o meno noti delle canzoni di Lucio Dalla. La fusione tra parole e pittura è espressa dall’artista in maniera assai intrigante attraverso l’uso di frammenti di tele leggere, sacchi, garze, tessuti ruvidi, cartone, pezzi di corda, sabbia, sassi, grumi di colore che vanno dall’azzurro, al blu, al viola, sapientemente dosati nelle sfumature più tenui, fino a esplosioni di cromature accese come l’arancio e l’ocra.
Ogni quadro è completato dalle parole di bellissimi brani di Dalla come Nun parlà, Caruso, Cosa sarà, Henna, Anna e Marco, Come è profondo il mare, L’ultima luna, Latin Lover. Le poche righe tratte dalle canzoni assumono una nuova identità e diventano poesie brevissime, quasi fossero degli haiku, i componimenti giapponesi di sole 17 sillabe che presentano il mondo della natura nelle diverse stagioni e le emozioni del cuore. Non è un caso, infatti, che Domenica Regazzoni abbia avuto un grande successo di pubblico e di critica con una sua precedente mostra proprio nel Paese del Sol Levante. Parte integrante dell’esposizione è il sottofondo musicale realizzato da Cesare Regazzoni, fratello della pittrice, che ha rielaborato alcune canzoni di Dalla e ha creato un motivo strumentale dalle sonorità ambient e new age, che aiuta il visitatore a calarsi totalmente nei colori e nella poesia e ad allontanarsi dall’aspetto fisico della pittura per suscitare emozioni e suggestioni. La medesima funzione è rappresentata da un filmato della durata di sei minuti e proiettato in una piccola sala ricavata al centro dello spazio espositivo, curato dalla stessa pittrice in collaborazione con il regista Fabio Olmi.